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Onorieri!

LINO E I MISTOTERITAL saranno presenti sul palco del Teatro Comunale di San Giovanni in Persiceto il prossimo 1 marzo, e sarà la prima band musicale a essere cinta di alloro al PREMIO BERTOLDO! La grande reunion del 2024 ci ha restituito un combo che ha spopolato in Italia negli anni ’80, diventando uno dei gruppi di riferimento di quel rock italiano che ha seguito il solco tracciato dagli Skiantos, aggiungendo una massiccia dose di situazionismo e satira. Un’occasione bellissima per vederli eseguire alcuni dei mitici pezzi del loro repertorio e farci ammaliare dai pirotecnici PHIL ANKA,TED NYLON e BOB RODIATOCE, in delegazione bulgara a rappresentare anche i loro sodali della line up aggiornata Martin Gala, Pier de Poul e Tim Tunita! IMPERDIBILE!!!

Tessili per eccellenza

LINO E MISTOTERITAL
ALTRI NANI (DIVA)
Non hanno tenuto fede al titolo del loro primo album Bravi, Ma Basta del 1988 e così la band tessile per eccellenza ha pervicacemente deciso di presentarsi al secondo appuntamento, con lo stesso spirito e con una line-up leggermente cambiata (al batterista Paul Syno è subentrato Steve Cotton, una fibra pura, come si vede).
Phil Anka e compagni sembrano aver preso ancor più le distanze dal genere demenziale tout-court, e le loro canzoni si tengono in equilibrio tra annotazioni surrealiste, giochi di parole, iperrealismo, nonsense, filastrocche e persino lirismo (ebbene, sì!). Questo a livello di testi: musicalmente invece abbondano come da copione le citazioni beat (inglese e italiano), sempre risolte molto felicemente e mai pedantemente, con un riuscito omaggio al r&b anni ’60 in Lei Sa Quello Che Vuole, e con un suono generale che comincia ad acquistare una personalità definita, al di là dunque del citazionismo.

Sbarbe Della Bassa è un inno a certe opulente creature padane, aliene dal devastante consumismo urbano e dalle mode a tutti i costi, un po’ sciatte ma molto succose; Se Son Di 30 Anni Fa è un delicato e partecipato (ecco il lirismo) omaggio a John Lennon con titoli di canzoni dei Beatles nel testo e nastri al contrario come d’obbligo; La Nostra Faccia Dura è un tipico pezzo di beat italiano con tanto di riff vocale a più voci;

Tienti Le Tue Trote è un metodo per imparare a scrivere canzoni nonsense. Confesso che mi aspettavo di più da Tostapanino Valzer, una incursione nelle deprecabili canzoni germaniche tipo Oktoberfest, mentre invece amo molto, e più di tutte, Balordo, dal ritmo trascinante e con i suoi ineccepibili consigli su cosa, come e quando bere.
Le chitarre sono belle, suonate con gusto e danno il senso di essere negli anni ’80 e non solo in una replicante scena sixties, e di questo diamo atto a Bob Rodiatoce e a Lauro O’Cardigan che con Ronnie Shetland al basso e Ted Nylon alle tastiere completano il quintetto. “Siamo i cinque lati di un idrante” cantano Lino e i Mistoterital: come dargli torto?

(Luciano Ceri. – Il Mucchio Selvaggio luglio/agosto 1991)

Cazo cheppoco divertentei

Rileggendo questa intervista mi è venuto da dire “cazo, cheppoco divertentei”, con la voce di Shel Shapiro. Phil Anka è troppo serio e pettinato, ma il 15 gennaio 1991 fu un giorno particolare(1).
Scorro il dialogo che ci fu con Andrea Tinti, mentre a entrambi ben altri pensieri attraversavano le capocce e penso quanto sia allucinante che oggi, aprile 2024, trenta e passa anni dopo, le angosce siano ancora quelle. Stesso calibro, stesso lezzo, stesso colore mimetico.
(1) L’Iraq di Saddam nell’agosto del 1990 diede inizio all’invasione del Kuwait. Di conseguenza le Nazioni Unite emanarono la risoluzione numero 678, che stabiliva un ultimatum per il completo ritiro delle truppe irachene dal Kuwait (15 gennaio 1991), e adombrava la possibilità di intervenire ‘con ogni mezzo necessario’ . Infatti detto e fatto: una coalizione guidata dagli Stati Uniti – a cui parteciparono anche molti paesi della Lega Araba – diede inizio alle operazioni militari contro l’Iraq (operazione Desert Storm).

Mucchio Selvaggio genn.’99: nel dolce malinconico modernariato di Guglielmi

Sul “Mucchio Selvaggio” del gennaio 1999, Federico Guglielmi ci rimebra e ci adorna di parole ultra-zibibbate. UN articolo di vero pre-ritornoalfuturo-vival, date che il futuro di -esattamente- 25 anni fa è stato poi scavallato, masticato, poi è finito su una rotonda della statale 66 e da allora è lì che gira. Vero che Guglielmi ci voleva bene, ma le sue parole… Beh le sue parole. Piangiamo? Ma ridiamo a quattro palmenti!