Chi, con l’ascolto di “Fischi per Nastri“, si fosse tranquillizzato pensando: ok, niente di peggio potrà mai essere mai fissato su nastro magnetico, dovrà dolorosamente ricredersi. Prima dei trifulgidi tempi di “Sbagliandosi” e del “Prosciutto“, i Mistoterital avevano già abbondantemente corrotto varie C60 o similia.
Quindi, anche se tali contenuti mai usciranno dagli archivi (c’é un limite a tutto e il dottor Hawking ci ha messi in guardia su certe lacerazioni dello spazio-tempo di cui potremmo renderci responsabili), per ragioni storiografiche eccoci a consegnare a queste pagine-archivio le informazioni che possiamo permetterci di rendere pubbliche.
23-4-83:
Registrazione in garage (Epol II) denominata “DISASTROUS! LMT FIRST RECORDING”
Formazione:
BOB: guitar e vox;
PHIL: harmo e vox;
TED: monster keyboard e vox;
VINCENZO (nel lato a) che ancora non si è scelto un nome-terital: bass guitar.
Questo nastro dovrebbe risalire alla prima o seconda volta in cui Ronnie – non ancora Ronnie, seguì Phil a BoohLagna ad incontrare gli altri ceffi. La produzione è già accreditata a Brian Feboconti, vero-finto-manager-personaggiere creato dal gruppo, che in quel momento era solo un disegno di Phil. Vale la pena (e chi lo dice??!) dare un’occhiata a cosa viene annotato sulla cassetta:
Lato a
– Presentazioni e parapunzi
Time is on my side – ( iniziata 5 volte)
Ti ho portato il bronchenolo (old versio; il testo è già quello giusto).
La tipa della mensa/hai torto marcio
– campa cavallo che l’erbacresce; Zangheri presenta Fred Bongusto che canta Quanda mi dici così…
Honky Tonk Woman
(la cammarera dal nastro su cui abbiamo registrato)
lato b
– Inizio con Ted e Phil che fanno tutte le doppie voci più sbagliate che sanno.
La colla del terrone
Love me do (con Bob che si soffia il nove)
Do ghiandole (instrumental)
Everybody needs somebody to love
– l’orticone – crolla la pianola
Sweet home chicago
Vita spericolata
“Time is on my side“, degli Stones, è curiosamente il primo documento musicaTe registrato dal gruppo. Rappresenta bene la strategia con cui i Lini hanno mosso i primi passi: scelto un brano residente nella memoria “affettuosa” di ognuno di loro, lo si suona per prima cosa in una versione grezza ma “fedele”, anche se è raro che i nostri conoscano una canzone straniera con tutte le parole giuste dall’inizio alla fine. Di seguito, ulteriori strofe con parole in italiano azzerano ogni possibile gradimento da parte dei fan del gruppo preso di mira e fanno drizzare le orecchie a qualche studio legale d’oltremanica. La ridondanza di Ted Nylon, che utilizza appieno la funzione poetica del “discorrere di cibo“, traccia una prima linea politica per i testi del gruppo. Il personaggino “soggetto” che canta nella seconda parte di “Time…”, molto più prosaicamente del suo collega delle strofe stoniane ci comunica che “quando va a casa/mangia sempre carote”: difficile pensare che questa notizia possa essere essenziale per qualcuno. È piuttosto il precipitare del significato che affascina l’ascoltatore, la goffa negazione della risoluzione romantico-rokkettara, il masso che vieta all’impalpabile canzone dei Rolling Stones di librarsi leggera e suggestionarci. E’ il personaggiante di Nylon che entra di colpo (per sbaglio) nella sala dove Jagger e Richards stanno registrando, solo per affermare la sua fame di ortaggi e il suo bisogno di comunicare. Interessante l’esperimento dadaista de “La colla del terrone“: ognuno dei membri della band aveva un testo differente che rispettava solo scansione, cadenza e accenti. Le parole, frullate assieme secondo il gradimento del suono, venivano cantate all’unisono. Una poltiglia incomprensibile, ma certi avanguardisti ne sarebbero andati fieri. Con basso, chitarra, tastiera, armonica e scorreggiofoni vari, lo psicodramma poteva cominciare.
4-5-83:
cassetta registrata agli Epol II studios (Mary Nara garage) denominata
“SBAGLIANDOSI IN PARA“. Brian Feboconti prod.
Lato a
Sono rotto sono gretto e normate
La valsugona
I saw her standing there
Miseria/y
Jumping Jack Flasc
Bravo sugo/Brown Sugar
testi dementi dal “Tomo”:
– Gli occhiali di Salvatore
– Rime varie su gandini
Lato b
Deh punzona controllor/Una splendida giornata
When i’m sixty four
Si comincia sempre dai cartoni di uova
Marinetti e Petrolini
Me a son mat
Dizzy Miss Lizzy
“Sono rotto…” è la prova che peggio si può (e forse si deve): i Teritalz realizzano un’estemporanea versione di “Sono rozzo, sono grezzo e volgare” degli Skiantos più demoralizzante dell’originale. Da brivido.
“Brown sugar” degli Stones, ridotta a “Bravo sugo“, nasce da una riflessione sul ragù che è sempre tanto abile quando decide di saltare, sua sponte, sulla camicia pulita. “Miseria/y“, dal brano ruggente dei Beatles, parla ancora di cibo, quale principale elemento di comunicazione con l’esterno, da parte del semi-autistico io-collettivo-cantante della band. Questo epifenomento prende di solito le forme di un tizio ansioso di dirci 1) chi/cosa è, 2) dove va/cosa fa di solito, 3) cosa mangia. Qualche volta, conclude con una 4) presa di posizione su qualcosa di completamente avulso dal resto della strofa. Avulso, ahimè, anche dal punto di vista metrico.
“Sbagliandosi in para“, in fine, è un titolo così bello che i nostri se lo ricicleranno per il primo DEMO TAPE ufficiale (omonimo, 1984)
23-5-83:
cassetta registrata agli Epol II studios (Mary Nara garage) denominata “NASTRO RICCO MI CI FOCCO“. Brian Feboconti prod.
Introadduzione (Polin): CI CI PU CACACA
Trist e scars
Povero Belushi
Premiazione “Il Buon Centravanti” (la miglior band del maggio ‘83)
Brani da “come vinsi la guerra” di Lester.
Mary Nara, Bob e la porta cigolona
Capite come, con contenuti del genere, l’imparare a suonare bene non fosse fra le priorità dei Nostri.
23-7-85:
sulla cassetta registrata ai Bongo’s Studios (dimora Syno) denominata “NE’ CARNE MA È PESCE?“, Brian Feboconti prod, non risultano annotazioni scritte.
Del resto si tratta di una tardiva cassettaccia fuori tempo massimo, che dello spirito gastro-anarcoide dei primi tempi conserva solo forse lo stile grafico urticante. Viene ringraziato un certo Paolo per aver tirato fuori la sua Gibson da sotot il letto dopo tre anni di inattività. È inopinatamente in formazione anche il segretario ultrafinto del Fancléb Archie Reddavid. È comunque segnata la formazione:
PAUL SYNO:: guitar, drums e vocal;
PHIL ANKA: vocal;
PAOLO FORSASETTE: guitar;
RONNIE SHETLAND: bass guitar.
PETER J. COTTON: tastiere e cori e tweed
ARCHIE REDDAVID: cori malamocchi
Lato a
Butcher’s Tired Intro
Hep Hep Sneaker
Minacce / I follow the sun
Yesterday al Bar Roby
Ti tè un Torai!!
Dizzy Miss Lizzy Senza/Roll Pover Beethowen
Lato b
Tutti Busi o’ chiusi
Let it Be
Satisfaction no no no (nel vero senso della parola)
When I Call Up
Blues nr.7 Tomueits