Zazzera

16 Gennaio 1986

ZAZZERAZazzera-ico85

Spalanco uno sguardo al Cherry
con borse a Ispettore Derrick
uno storico mi spieghi che ci faccio qua

Sciarada di storie tenere
servite fra un vino e un hamburger
sempre pronta la diligenza per Cinecittà

Tento un nuovo look che ti sorprenda:
son Rambo! Ma mi pare che tu pianga

Mi sento un ombrello inutile
strappato a cornacchia fossile
cerco i guanti ma li ho persi su da te

Azzardo un fandango semplice
mi copia un facchino esile
La stazione é  pancotto un po’ flambé

Cento treni in tasca e cuore a tombola
La nebbia della bassa attende morbida

Per i guai abbiamo la tessera
e tu che sgridi la tua zazzera
Se lasciarti, se scordarti solo a metà

Canto con Tom Waits steso sul sofà
il coro é a cura dei tombini della città


 

Ballad rarefatta dell’inverno 1985/86, testo di Phil, musica di Bob.
La si trova in seguito su 1)“IL PROSCIUTTO E’ IL CANE” (2° demotape di LMT, Carbone Records, Autoproduzione). Prodotto da Go Gianni Go/LMT nello studio “Down by me” di S. Pietro in Casale, maggio 1986. 2) su “BRAVI MA BASTA” (1° Album di LMT, River Nile Records. Distribuito da EMI). Prodotto da Tim Driver/LMT nello studio «Planet Sound» di Firenze, aprile/maggio 1988.
La canzone non trovava spazio nei live-act del gruppo: troppo d’atmosfera, richiedeva prestazioni vocali che Anka non poteva garantire per ragioni fisiologiche (scendeva troppo in basso, tipico delle composizioni di Rodiatoce) e tecniche (difficile sussurrarla sui palchi che venivano calpestati da LMT in quel periodo). Le suggestioni pescano dalla vita da pendolari dei nostri, e da un periodo di instabilità   sentimentale che riguardava un po’ tutti i Teritals.
Phil ci mette dentro un po’ di bassa bolognese, un po’ di notte californiana (Raindogs di Tom Waits era molto amato da LMT in quei mesi) e il ciuffo di una ragazza, un’amica molto importante per la band, in quegli anni.
Su “FANZ” nr.3, datata giuco 1996, i Teritals celebrano il parto di “IL PROSCIUTTO E’ IL CANE” (2° demotape di LMT, Carbone Records, Autoproduzione).
Le nuove canzoni vengono presentate al pubblico con una specie di autorecensione: ogni membro della band se ne sceglie un paio e scrive alcune righe di commento.
Ecco quello di Lauro O’ Cardighan su “Zazzera“:
«…con un titolo così Non può non essere interessante.
Per me questo pezzo ha la capacità di far vibrare anche gli animi più rocciosi (tipo quelli che hanno fatto loro il motto “sex-money-muscles”). Ascoltandola, ho l’impressione che cose impossibili inizino a materializzarsi.
Poche ciance: 
Zazzera é da ascoltare al più presto; chi saprà  apprezzarla potrà  definirsi un vero intenditore.
MODALITA’ D’USO: ascoltare in cuffia la sera con sguardo rivolto a tramonto estivo/invernale (se a posto con la digestione si possono ottenere gli effetti migliori).»