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With a Fan Like You

La sera della REUNION del 6 dicembre 2002 all’Estragon, c’era in scaletta una cover consueta per LMT: “With a Girl Like You“, dei Troggs. Ai tempi dell’attività “ufficiale” della band, la canzone veniva utilizzata anche per parodiare un vecchio storico filmato di Bob Dylan, un paleo-videoclip in cui il Grande Nasone mostrava dei cartelli con le frasi più significative del brano (che è “Subterranean Homesick Blues” dal film/documentario “Don’t look back“). I nostri, indegnamente riprendevano la scenetta con altri contenuti, che sono variati nel tempo (di solito era una recriminazione per la mancanza di donne o di adeguati compensi). Nella speciale occasione della “Reunion”, i Teritals decidono invece di usare il vecchio giochetto per omaggiare la componente femminile del Fanclèb. Ecco dunque che Phil Anka, partendo da un foglio con su scritto: “With a girl like” sfoglia i nomi delle principali fiancheggiatrici della band, signorine che hanno dato sudore e urla a numerose esibizioni dei nostri, e anche aiuti più consistenti, come racconteremo nell’apposita sezione. Al termine della sequenza, tre cartelli recitavano “WAS BEAUTIFUL, THANKS“, commuovendo le reduci presenti nel locale. A gentile richiesta, l’elenco delle Fansine ringraziate in pubblico.

ONORE ALLE FANSINE!

FREAKAZZEA

7949783_2429088Noi giocherelloni dei segni e delle parole a volte sappiamo addomesticare dolori e perdite con sapienti trucchi e sconcertanti balle che raccontiamo a noi stessi e al nostro entourage. La dipartita di Freak Roberto Antoni, sei anni fa, lo confermo qui, oggi, non l’ho mai elaborata come si deve. Eravamo amici ma certo non intimi, abbiamo unito dei puntini sulla mappa complicata della musica e di Bologna, e presso quei puntini ci siamo a volte fermati assieme a fare due chiacchiere, con il lucido trafalgare che ci contraddistingueva. Un po’ di tempo dopo che Freak aveva fatto su armi e bagagli, l’amica giornalista musicale (a altro) Daniela Nardis Amenta (“Pina Boxer” per il Fancléb di LMT, tessera nr.21, a riprova del suo amore della primissima ora ) mi chiese un ricordo personale del geniale Roberto. Buttai giù la paginetta d’un fiato, cercando di imprigionare lì dentro il grosso magone. Il testo uscì nel libro di Daniela del 2017 “FREAK OUT – Freak Antoni, psicofisiologia di un genio” (Look Studio Editore) assieme ad altre testimonianze, interviste, ricostruzioni della sua vicenda umana e artistica. Con il volume un prezioso allegato: cd con 10 brani, quasi tutti postumi, con libretto e confezione degnissima. Se avete amato Freak Astro Beppe Antoni, dovreste cercarvelo, quest’ultimo capitolo che completa la sua storia di autore e cantante (Compagnia Nuove Indye), assieme al libro, che considero una delle cose migliori mai uscite ad omaggiare il Nostro. Qui di seguito trovate il mio testo. E un po’ di altre cose. E si, il magone c’è ancora.
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il ricordo di Roberto Grassilli illustratore, fumettista e musicista aka Phil Anka nei Lino & i Mistoterital
(da “FREAK OUT” di Daniela Amenta, 2017 Look Studio Editore)

Freak, ci fai un autografo? Qui su questa foto ufficiale di Enzo Tortora? Guarda Freak, abbiamo questo demo, ti va di ascoltarlo? Cantiamo davvero malissimo!” “Nessuno canta male come Freak Antoni”, ci rispose in via Zamboni che sarà stato il 1982. Eppure si poteva: avevamo peggiorato una canzone degli Skiantos modi-ficandola in Sono rotto, sono gretto… È normaTe. Un paio di anni dopo, lui parlava bene di noi ad ogni occasione e noi, frenetici, tirfulgidi, lanciatissimi nelle nostre armature rockettare anni ‘80, non potevamo spiegare al tenerissimo Antoni che essere connessi al “demenziale” ci pareva sempre più il bacio della morte. Una sorta di prigione a forma di settantasette bolognese.


1507620_10151990477158935_554593570_nGli si voleva bene e basta, al Freak che a suavolta amava persino il nome della nostra band ed era deliziato dai titoli dei nostri album, come Bravi Ma Basta Sbagliandosi in Para. Ci indicava come evoluzione della scena di cui lui era stato uno degli iniziatori. Su quella scena lo avevamo incrociato, dentro, fuori, dietro le quinte e tutte le volte aveva una giacchetta diversa: Freak coi capelli dritti a una rassegna rock in culo all’Abruzzo, Astro Vitelli in una compilation di band improbabili fatte, quasi tutte, da figuri che conoscevamo, Roberto Antoni poeta alla Festa Nazionale di Cuore, Beppe Starnazza a celebrare il momento avangua
rdista di fumetti-arte-musica che ci fu a Bologna all’inizio degli anni ‘80. Ma anche, più intimamente, ad inaugurare il primo parco Lennon d’Italia, a portare le nostre piccole primogenite sui gonfiabili progressisti di quartiere, la domenica pomeriggio. In salette prova sgamberlatissime… A casa sua, ad aspettarlo nel salottone assieme a Dandy, mentre la nonna gli intimava di uscire dal bagno.

Alzava le sopracciglia, era in costante imbarazzo e sembrava scusarsi lui per quello che attendeva tutti noi, suoi scombinati fratelli minori: per la tetragona ottusità di molto dell’ambiente musicale, per le istituzioni indifferenti, per le radio e le tv sorde e lontane. Forse persino per le spie che non funzionavano mai, sul palco.

Ci stava male, Freak, un po’ per tutti. Poi è stato male davvero. Averlo incontrato l’ultima volta su un palcobeppestarnazzascenico, per di più in Piazza Maggiore, è stato cinematografico in modo insopportabile. Cantavo due brani di Dino Sarti, in dialetto petroniano, accompagnato dagli Skiantos che peraltro si esibivano nella celebre piazza bolognese per la prima volta. Celebravamo a modo nostro il cantautore che aveva intrattenuto la città per molti anni, a ferragosto, proprio come quella sera. Non sapevamo cos’altro stavamo officiando, in realtà. Tutto sommato, la situazione aveva la sua bella quota di demenziale. Roberto Freak Antoni arrivò, magrissimo, macilento, mi fece molta impressione. Due ore dopo si mangiava il pubblico con una esibizione da grande professionista. “Approfittando di un vuoto di potere, stasera gli Skiantos hanno preso Piazza Maggiore…”.

Tanta fatica per scappare dai lacrimogeni del ‘77 ed eccoci qui.

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Quei gran pezzi dell’Emilia Romagna

Continuando la serie “consegnati all’Astoria”: trovato da Ted Nylon presso la Biblioteca Sala Borsa di Bologna il volume: “Quei gran pezzi dell’Emilia Romagna”queigran_LMT2di Brunotto Salvarani (Carpi, 1956) teologo, saggista e giornalista e Odoardo Semellini (Modena, 1960), operatore culturale ed esperto di cantautori. Casa Editrice, il Margine, 2017.

LMT vengono citati a più riprese. Nel Capitolo 13 (i primi passi del demenziale, ovvero non c’è gusto in Emilia ad essere intelligenti) nel paragrafo “Da Satie a Giobbe” vengono segnalati come la migliore tra le migliaia di imitazioni “perfettamente riuscite” degli stessi Skiantos (citando una celebre dichiarazione di Freak). Compaiono anche a pag.371 nell’elenco dei gruppi di Bologna e provincia. Ma nella seconda parte del libro cioè il dizionario delle canzoni emiliane inqueigran_LMT1alfabetico ci sono anche loro con “Sbarbe della Bassa” (appena sopra “Scirocco” di Francesco Guccini). Dopo un veloce profilo della band viene citata la strofa: “Tu sei nata a Baricella/ ma il profilo è da centese/ cambi il maschio un poco spesso/ me lo dici troppo spesso (di nuovo, appunto, sbagliato! La frase giusta è “dopo un pesso”) /io per questo vado in stresso/ ecc.ecc. 

Per il testo in dettaglio si rimanda alle foto concernente quipresente perlaquale.

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GANDINI

A titolo di parziale risarcimento (ma anche di angheria), il LMT Fancléb vuole così omaggiarlo:
Nato a BolzanGandini-in-mensao nel gennaio del 1961, ha frequentato il Liceo Classico con Bob Rodiatoce e il D.A.M.S. con i nascenti Mistoteritals. Per strane coincidenze deuteronomiche, divente un mito e un’icona per la band e per i fans della medesima. Dal 1982 in poi, “Gandini” trascende la sua stessa corporalità e la sua fallibiliità umana divenendo “il Più Mona” e guadagnandosi citazioni sparse nelle canzoni di LMT e una devozione arbitraria in tutto l’entourage della band.
Nel novembre del 1985 si è laureato in Storia del cinema presso il Dipartimento di Spettacolo dell’Università di Bologna.
Nell’estate del 1990 ha conseguito il 

libro-gand1titolo di Dottore di Ricerca in Discipline dello Spettacolo, con una tesi sullo spazio urbano nel cinema americano tra muto e sonoro. Attualmente insegna storia del cinema presso l’Università di Trento e Iconografia del Cinema presso il Dams di Bologna. Ha pubblicato volumi sulla regia cinematografica e sul cinema hollywoodiano.

 

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PROVE DI VERITA’

Le cosiddette prove di verità per Gandini” hanno costituito veri e propri tormentoni per il terzetto Nylon/Rodiatoce/Anka, soprattutto nel periodo universitario damsiano dei tre fig

uri. Dopo le classiche ingiurie che costituivano e davano corpo alle leggenda su Gandini come “il più mona” (“Nell’Arena di Verona c’è Gandini che è il + mona“, ecc…) si sono aggiunte queste nuove prove che affermavano “l’indiscutibile monaggine” di Gandini.

Come tutto quel che riguarda il mito gandiniano anche queste prove si basavano su asserzioni assolutamente inventate (“Gandini é il più mona per fede, non

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 per provata scienza” Bob Rodiatoce, 1986 c.a) . Se Gandini si fosse trovato nella situazione da noi immaginata sicuramente si sarebbe comportato come NOI immaginavamo.

Un giorno (credo Nylon/Rodiatoce) tornando da lezione si imbatterono in un contenitore di detriti e pietrisco a ridosso di un cantiere edile e scattò la pensata:

Gandini (non si sa perchè) si presenta ogni voltapresso un cantiere edile diverso e pronuncia la seguente frase: “Buongiorno, mi manda Pasquale Barra o’ anemale…“. Uno degli operai (o il capocantiere) gli risponde cordialmente (con accento vagamente napoletano) “Ah, bene! Venite, venite!” e lo accompagna nel retro cantiere dove ci sono alcuni contenitori ricolmi di detriti ed indicandoli a Gandini gli ordina: “Mangiate chillo!” Se “mangia chillo” è mona. L’alternativa (a sua scelta, altrimenti o’ anemale si offenderebbe) é di risistemare ogni scheggia di pietrisco esattamente come e dove era prima (cioè dove si trovava prima della demolizione): impresa impossibile che però Gandini tenta, dimostrandocartesianamente di essere ancora + mona!

Fischi per Nastri

LINO E I MISTOTERITALFischi per nastri: demos y rarez [again_o5]
Siamo lieti di annunciare la nostra nuova ristampa: Lino e i Mistoterital, storica formazione bolognese, che ha attinto la propria ispirazione dal fenomeno rock demenziale inventato dagli Skiantos, ma con la capacità di muoversi all’interno di linguaggi diversi, quelli conclamati della cultura pop ed altri ad essa contigui, in modo originale ed irripetibile.

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Esplosivi dal vivo, hanno costruito il loro successo con il passaparola, distribuendo migliaia di audiocassette dei tre demotape registrati prima del loro esordio su vinile (“Bravi ma basta” del 1988).
Questi tre storici demotape, Sbagliandosi in para (1984), Il prosciutto è il cane (1986) e Max Lo Smilzo (1987), finiscono ora sulla raccolta “Fischi per nastri: demos y rarez”, cd album strabordante di 23 brani restaurati e rimasterizzati, che farà la gioia di chi non ha mai dimenticato le loro gesta.
Per richiederlo, scriveteci all’indirizzo email info@danzemoderne.it
Il CD arriverà, con i tempi fisiologici delle distribuzioni indipendenti, anche nei negozi di musica. Lo si può comunque trovare nei principali webstores nazionali ed internazionali come eBay, Cdandlp.com, Discogs.com, Music Stack, ecc…

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R. F. A.

Una vita spesa a skivar la fresa
salta salta salta con noi e rossoblù ti sentirai
brucia le panke, brucia le tende, calpesta le piante! Bravo!
che sia meglio non pensarci affatto, andare al mare, guardare la tv? Diventare molto più distratto, godersi il film e ridere di più
per i fagioli ho perso ogni decoro, per i fagioli ho perso anche il lavoro
il kinotto é molto bello, sale dritto nel cervello.
stanotte non torno lì a dormire, resto fuori, non c’é niente da spiegare. Giuro, non é per farti male, dormo fuori e non farmela pesare
il gelato é il mio conforto, mi ripara di ogni torto
dai, facciamo quattro scatti, io ti amo da matti
Io non c’ho immaginazione e non voglio protezione.
I gelati sono buoni, però costano milioni

 

Enrica 50

Festa x i 50 di Enrica Carnevali, storica fansina “Figlia di Mondadori”, 29/3/14 a Bologna: Phil, Ted, Job e Ronnie dedicano alla festeggiata la versione più povererrima di “Sbarbe della Bassa“.
Una delle due voci femminili che introducono il brano presente nell’album “Altri Nani” é in effetti quella della zazzerutissima Enrica in questione.
Tancs a Massimo Carnevali per la pic.

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