Zio Mostarda è peggiorato

Zio Mostarda è molto peggiorato dai tempi di “Se son storie di 30 anni fa“. Leggere qui per credere.

ITALIAN CLUEDO
(dal Misfatto del 24/10/10)

di Lia Celi 
disegni di Rob Grassilli

 

Nuovo volto per il vecchio Cluedo. Basta con le dimore di campagna, i cadaveri in biblioteca e gli indiziati d’alto bordo stile giallo di Agatha Christie. Per meglio rispecchiare la realtà italiana e soddisfare il gusto del pubblico di «Porta a porta», il gioco di investigazione più famoso del mondo cambia location – trasferita in un’orribile villetta condonata alla periferia di una città di provincia – e soprattutto aggiorna la galleria dei personaggi sospetti. Ecco il cast di Italian Family Cluedo, disponibile nei negozi dal prossimo Natale.

Zio Mostarda

Zio Mostarda

Assalito dalle turbe sessuali della mezza età senza aver esaurito quelle dell’adolescenza, forse non è un assassino, ma di sicuro è una vittima del digital divide: non capisce una mazza di Internet e non si fida delle carte di credito, alleati irrinunciabili degli sporcaccioni moderni. Risultato, Mostarda è rimasto l’unico in tutta la sua provincia che compra ancora le riviste porno dall’edicolante, e quando c’è un reato sessuale in paese tutti sospettano subito di lui, tranne zia Mostarda, con la quale non ha più rapporti intimi da quando ha deciso di lasciarsi crescere i baffi (lei, non lo zio). Non è necessariamente un pedofilo, spesso insidia la nipote adolescente solo perché l’unica femmina sotto il quintale e senza baffi disponibile nel raggio di cinquanta chilometri.

 Mamma Pavone

Mamma Pavone

La classica mammina perfetta che ha sempre una torta nella culla, un bebè nel forno e una gravissima depressione post partum mai diagnosticata. Sicuramente non dal marito, talmente assorbito dal suo lavoro da non essersi nemmeno accorto che era rimasta incinta, e vedendola tornare dalla clinica con il fagottino in braccio aveva creduto che le avessero tolto un calcolo alla cistifellea molto grosso (in sede giudiziaria, il fatto di aver potuto sposare un simile idiota di solito è sufficiente a convincere I giudici a darle la seminfermità mentale). Solo la suocera diffidava di lei, e già anni prima l’aveva segnalata alle autorità come persona pericolosa, ma per la polizia il fatto di non saper fare le tagliatelle a mano suoi non costituiva una minaccia per la pubblica incolumità.

PROFESSOR PRUGNA

Il suo titolo accademico è un pacco: in realtà Prugna è fermo al primo esame di Scienze della pesca con la mosca, ma per non confessare alla mamma di aver perso regolarmente i soldi dei libri e delle tasse universitarie al gioco delle tre carte, le ha fatto credere di essersi laureato e addirittura di avere una cattedra di Scienze della pesca con la mosca a Harvard. Più difficile spiegare a papà come fa a insegnare tutti i giorni a Harvard ed essere tutte le sere al Casinò di Sanremo con quattro entraineuses sulle ginocchia e una montagna di debiti di gioco sulla testa. Tormentato dalla vergogna e dai debiti, oltre che da una fastidiosa gonorrea trasmessagli dalle entraineuses, può arrivare a uccidere i genitori, anche se negherà sempre di averlo fatto per l’eredità: «L’eredita? Ho un alibi di ferro: a quell’ora guardo “Chi vuol essere milionario”».

Cugina Scarlett

Cugina Scarlett

 

Amica del cuore della vittima, giura di non essere mai stata gelosa di quella lurida puttanella molto più carina di lei che le ha rubato nell’ordine: l’affetto dei genitori, tre fidanzati, un biglietto per il concerto di Gigi D’Alessio, lo scaldaceretta e un paio di scarpe Fornarina quasi nuove. Piccoli screzi, a suo dire, del tutto superati: la sorprendente somiglianza fra la morta e le cinquantadue bamboline vudù infilzate che sono state ritrovate nell’armadio di Scarlett è un puro caso. Di solito accusa del delitto Zio Mostarda, assicurando che era lui a portare abitualmente unghie finte color fucsia identiche a quelle ritrovate sul collo dell’uccisa. Ma a riportare i sospetti su Scarlett è il poster «I love Amanda Knox» appeso nella sua cameretta.

 Papà Green

Papà Green

Il suo movente è un debordante senso di responsabilità, farebbe di tutto per proteggere i suoi cari dalle ristrettezze, dalle malattie, dalla criminalità. Disgraziatamente, l’unico modo che gli viene in mente per proteggerli è sterminarli tutti a fucilate. E’ la sua idea fissa, da quando è stato licenziato in tronco (per proteggere la sua azienda dalla crisi aveva tentato di appiccarle il fuoco) e ha perso il suo migliore amico (per proteggerlo dal pericolo di incidenti stradali gli aveva sfasciato la macchina). I vicini, sgomenti, dicono che Green non era capace di proteggere, pardon, di far male nemmeno a una mosca. Dopo la strage in genere si spara in bocca, non per disperazione, ma per proteggersi dalle affezioni del cavo orale.

La Signorina Bianchi

La Signorina Bianchi

Bella e ambiziosa inviata televisiva, sa che non c’è miglior volano per lacarriera che un sordido delitto di sangue, ed è disposta a tutto pur di procurarsene uno. Del resto si esercita fin da piccola, quando ricostruiva i delitti più efferati nella casetta di Barbie, beccandosi le sgridate della mamma perché usava il lievito Bertolini al posto del Luminol, e aveva perso tutte le amichette perché distruggeva regolarmente i loro Cicciobelli giocando al giallo di Cogne. La sua specialità è chiedere ai familiari della vittima «potete perdonare il mostro che ha squartato vostra figlia con un coltellaccio da sub e l’ha data in pasto ai cinghiali?» quando ancora loro credono che la ragazzina abbia solo perso la corriera dopo la lezione di chitarra.

 

MAIS TANTO A BOZEN TOWN

Serata inedita quella di venerdì 12 u.s. al circolo Masetti di Bozen Town. In veste di autori si sono infatti esibiti Matita e Bobby Gualtirolo, ovvero i due terzi dei famigerati Klakson che da 30 anni minacciano lo show biz del rock n roll con le loro incursioni imprevedibili e fuori dagli schemi. Serata autorale dicevamo dove il Gualtirolo ha sfoggiato un ampio repertorio che ha spaziato dai Klakson appunto (da “Conigli sulla strada” del 1979 a “Bolzano immaginaria” del 2010) ai Mistoterital (“Lei sa quello che vuole”) a brani invece autoctoni da “Ramarro” oppure nuovi fiammanti (“La canzone del permesso banca” più altri), contrappuntato da un Matita che come al solito non ha lesinato i suoi fraseggi fra il melodico e il king-crimsoniano e che si è prodotto in due brani di recente composizione.Il pubblico è stato a lungo sbeffeggiato e vessato in particolare dal Gualtirolo che ha giocato soprattutto sulla presenza-assenza della quarta parete fra artista e pubblico. Alla fine i due musicisti hanno estorto il compenso pattuito minacciando di tornare per colazione, pranzo e cena ogni giorno.

to be continued…