Le note di Lino

il Ponte  22 ottobre 2015

A distanza di qualche chilometro dalla Riviera romagnola, nasceva negli anni ’80 una band destinata a lasciare il segno: Lino e i Mistoterital. Tra i componenti spiccava il disegnatore Roberto Grassilli.

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Originario di San Pietro in Casale ma riminese d’adozione, frontman del gruppo Insieme a Bobbi Gualtirolo (chitarra ritmica e voce)  e Francesco Garbari (secondo cantante e tastierista). Partendo dal titolo, il loro era tutto un gioco di parole sui tessuti, compresi i nomi d’arte: Bob RodiatocePhil Anka, (Roberto Grassilli) e Ted Nylon.

Cosa ricorda di allora?

“Abbiamo passato un anno a in­ventate storie sulla nostra band e ne è nato un fumetto disegnato da me, ancor prima che esistesse. Poi nel 1983 la cosa ha preso piede e siamo andati avanti 10 anni”

Che ambiente si avvertiva in quegli anni?

“C’era modo di suonare in molti posti, dai circoli alle feste ed erano gli stessi club a chiamarti. Oggi è molto più difficile trovare spazi per suonare”.

Come sono nati Lino e i Mistoterital?

“In un periodo In cui il punk aveva smantellato tutta la musica precedente, ci siamo riscoperti amanti dei Beatles e della loro vena ironica. Da lì, sulla scia di suggestioni inglesi, come il fenomeno dei Monty Python, abbiamo cavalcato il demenziale, ma non era solo questo, si sentiva che avevamo qualcosa da raccontare. Nel giro di poco tempo slamo riusciti a suonare in tutta Italia, dove talvolta la nostra musica ci aveva anticipato con lo scambio di semplici audiocassette tra gli amici universitari, ma ci apprezzavano anche critici di importanti riviste quali Rockerilla o il Mucchio. Siamo stati inoltre ospiti del programma “Doc” di Renzo Arbore, che andava in onda alle 15 del pomeriggio su Rai 2″.

E oggi?

“In quegli anni era nato un fan club In cui ognuno veniva tesserato e registrato con un apposito nome d’arte. Quando lavoravo alla rivista Cuore ho avuto modo di creare il sito del gruppo, che è stato il secondo in Italia. Oggi il gruppo é ancora vivo in rete e ogni tanto ritrova qualche fan affezionato o viene scoperto da qualche curioso”

Irene Gulminelli