Quadroimphamia!

Lino e I Mistoterital ragazzi amModo!

Portico del Wooltone, Pieve di Cento (Bo), 23 marzo 1985.
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Dopo numerosi rimandamenti dovuti alla stagione, LMT si presentano in tenuta Mod nello stesso luogo e in occasione dello stesso carnevale pievese dove, l’anno precedente, avevano fatto la loro apparizione in veste Pepperiana.

 

Manca l’allora secondo chitarrista Mac Rodiatoce, omonimo ma non parente del concittadino Bob, ma c’è il tastierista Peter J. Cotton, che sistema lo strumento su due precarie sedie da trattoria.

 

 Il Fancléb si presenta in tenuta perfetta. Sbucano dai più autentici brit-fifties, con look “sharp“, giacche “tonic“, gonne a scacchetti e maglie istoriate di simboli modali: Moe Herr, Annapack Anka, Rita e Uldo Rebus, Ella Brett, Dacia Organzina, Archie Reddavid, Barchie Malone.

 

Intervengono inoltre, in nome del casino più sfrenato, Jean Gabardin, Graham G. Kashmir, Lou Maka e Frank O’ Forte, i Signori Syno e i Signori Rebus, Lou Smile, Nella Brett, Claudia Splass, Mac Macré, Lodi Psichespine, colleghi di lavoro ed ex-compari di liceo, certi storici rockettari del paese di Phil e Paul, fra cui, in primis, il grande Go Gianni Go Fini.

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A sorpresa, la band è attesa sul posto da una pattuglia di ragazzini che sa tutto sugli Who e dintorni. Resteranno per un’ora e mezzo a saltare e cantare assieme ai nostri.

Da “Twist and Shout” a “My Generation” trascorrono un’ora e venticinque di puro calore che rende quasi inutile il tipico parka dei Mod. Quadroimphamia_6

I Teritals ce la mettono tutta, saltano, urlano, snocciolano citazioni fisiologiche (Phil ruota il micorofono e Bob ruota il braccio, in omaggio ai grandi padri Who) lanciano biglietti, palloncini, sostituiscono le anfetamine d’ordinanza con gli Smarties.

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Paul Syno, presentato per la prima volta come “the little big man“, ha un fedele roadie che al termine di ogni brano gli riavvita il charleston. L’alta reversibilità viene lambita, quando tre clown non identificati lo affiancano sulla ritmica di “Guglielmo Wawe“.

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Durante i bis, eseguiti con Gianni Go, il bailamme minaccia l’integrità fisica della band e delle sue povere attrezzature. Finché Bob esegue la catarsi finale spaccando la finta chitarra preparata per l’occasione.

L’eccitazione modernista continuerà a serpeggiare nelle stradine del borgo per svariate mezz’ore dopo la fine del concerto: “Siamo i Mod, siamo i Mod, viva viva siamo i Mod…

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