L I N O B I O !

Lino e i Mistoterital, attivi ufficialmente dalla primavera 1983 al dicembre 1991. Poi “congelati”, non sciolti, in attesa della scoperta del vaccino che guarirà gli Italiani dall’intolleranza al rock.

Due album usciti sul mercato.

Tre demotape divenuti oggetto di culto fra il pubblico dell’epoca.

Circa 300 concerti in tutta Italia, alcune apparizioni televisive, qualificazioni e vittorie in concorsi per “band emergenti”.

Se son storie di vent’anni fa“, un programma radiofonico in due puntate scritto, prodotto e recitato per conto di Rai stereonotte nel 1987, contaminazioni con teatro e cabaret (Gli spietati Cetriolini).

Un videoclip sulla loro canzone più nota: “Sussidiario“, distribuito anche nel circuito dei juke-box con laser-disc. Tre storie a fumetti a loro ispirate, disegnate da Grassilli di cui due pubblicate su Alter alter (Milano libri).

Un’imponente rassegna stampa.

Alcune loro canzoni eseguite regolarmente da altri gruppi di rock italiano, ed anche un paio di casi in cui nuove band si sono date il nome ispirandosi a composizioni di LMT.

Un “Fanclèb” con più di 200 iscritti, regolarmente (?! :D) tesserati.

Una fanzine, “The Fanz” di cui sono usciti 13 numeri.

Citazioni e schede su enciclopedie della musica popolare italiana ed altri testi similari.

FORMAZIONE

Il gruppo nasce ufficialmente sui banchi del D.A.M.S. di Bologna, Università di Lettere e Filosofia, nell’autunno del 1982, per iniziativa di Bob Rodiatoce, (chitarra ritmica e voce, a cui si deve la gran parte delle composizioni musicali), Phil Anka (cantante e “front man”, nonchè disegnatore del gruppo) e Ted Nylon (altro cantante e tastierista, autore, assieme ad Anka, di testi di canzoni e vero “motore comico” della band).

Alle prime prove in un garage del quartiere Fossolo si aggrega Ronnie Shetland (bassista); qualche mese dopo, per il primo concerto “ufficiale”, viene reclutato Paul Syno (batterista e polistrumentista) e la base operativa del gruppo si sposta nella bassa emiliana.

Dopo un anno e mezzo Lauro O’ Cardigan (chitarra solista, arrangiatore) arriverà a completare la prima formazione.

Nel 1987 Paul Syno lascia il gruppo e dopo alcune sostituzioni temporanee viene stabilmente rimpiazzato da Steve Cotton Job (batterista, compositore, polistrumentista).

LINO SUL MERCATO

uscite ufficiali e quasi ufficiali della musica dei Mistoterital:

1984 – SBAGLIANDOSI IN PARA / 1° demotape di LMT. Carbone Records (Autoproduzione)

1986 – IL PROSCIUTTO È IL CANE / 2° demotape di LMT. Carbone Records (Autoproduzione)

1987 – MAX LO SMILZO / 3° (mini)demotape di LMT. Carbone Records (Autoproduzione).

1987  – UNA STORIA DI CEBION (Gualtirolo/LMT) brano del 1984 pubblicato sulla raccolta in vinile “Arezzo Wawe“, Eco.

1988 – BRAVI MA BASTA / 1° Album di LMT River Nile Records. Distribuito da EMI

1991 – ALTRI NANI / 2° Album di LMT  Diva Records.

2017 – FISCHI PER NASTRI / 1a raccolta di ristampe restaurate: i tre demotape 1984-87

La storia di Lino e i Mistoterital coincide per gran parte con quella di altri gruppi che hanno attraversato la scena Underground italiana degli anni ’80. Comuni denominatori sono stati l’insofferenza allo yuppismo, la lontananza dalle mode imperanti sia nella musica che nel costume, l’ironia contro il mito del successo e la passione contro l’indifferenza. Quello che invece li ha resi in qualche modo unici e in alcuni casi, tutt’oggi rimpianti, è stata la capacità di muoversi dentro a vari linguaggi, quelli conclamati della cultura pop, ma anche altri ad essa contigui, con una freschezza ed un’originalità indimenticabili. E, ovviamente, la ridondanza che sprigionavano dal vivo.

Le canzoni, non moltissime in nove anni di carriera effettiva, si sono diffuse per contaminazione spontanea, per vie non ufficiali: i loro “mitici” demotape, duplicati e diffusi molto più dei loro due album, sono arrivati negli impianti stereo di parecchi connazionali. Canzoni fondamentalmente semplici e orecchiabili, ma con dentro qualche ingrediente lisergico capace di dare una leggera, piacevole vertigine. Brani fatti come coperte di un letto di campagna: nelle toppe di tessuto colorato ognuno poteva decidere una propria evocazione: la faccia di un personaggio assurdo, la caricatura di un divo famoso, il fotogramma di un film, le filastrocche di un anziano parente, il lampo di uno spot pubblicitario, un frammento di “vita da band”, colto fra un palcoscenico e un viaggio in pulmino. E sopra a tutto questo, l’incapacità assoluta di lasciare in pace la lingua italiana.

La materia che ha affascinato i sei LMT è stata tessuta a più mani ma con un risultato sorprendentemente compatto. Oltre alla musica, quindi, immagini e relazioni: il “Fanclèb” e il modo di comunicare con amici e “fans“, le produzioni cartacee, (“the Fanz“, la fanzine autoironica realizzata da loro stessi, che raggiunse una popolarità notevole) la radio, la tv.

Laddove i Mistoterital, a modo loro, sono riusciti a “metter mano”, si sono verificati interessanti cortocircuiti della realtà, e precipitazioni del senso comune. Beatlesiani, e quindi “positivi” nei messaggi e nei modi, hanno avuto fama di band a cui nessuno voleva male, a cui tutti (o quasi), i colleghi musicisti e gli addetti ai lavori (che li hanno spesso coccolati sui giornali di settore e non) hanno tributato parole di simpatia e affetto.

Accomunati inizialmente ad altri fenomeni “demenziali“, stimati e legati da sincera amicizia con Roberto Freak Antoni degli Skiantos, di cui condividevano certe radici bolognesi, hanno tracciato un proprio percorso contaminato dai tanti generi musicali di cui loro per primi si consideravano devoti fan, ma anche da una rilettura  stralunata dei miti infantili: La tv dei Ragazzi, Disney, le figurine, i 45 giri, i film, la scuola, ecc… Tutto questo appare oggi come patrimonio comune a molti creativi, e il culto per il “trash“, (Elio e le Storie Tese che vincono a Sanremo, o le raccolte dei calciatori regalate dall’Unità, i libri di Labranca o l’impiego in modalità autoironica di personaggi televisivi all’interno di programmi “satirici”) sembra indicare una salita al potere da parte di chi ha contribuito a inventare questa “estetica”.
Ma nel 1982, in piena ipertrofia da debito pubblico, con musica di plastica o nei migliori casi, elettronico-glaciale, era pionierismo.

I “Lino” sono stati per certi versi pionieri e alfieri di uno sguardo obliquo e gioioso, uscito da un paio di occhi severi: un occhio nero di rock ‘n’ roll, l’altro azzurro del Mago Zurlì.

(B. Atté, Abecedario del Rock Italiano, Cajuzzi 1996)

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