BUSCADERO N° 72
Tracce – appunti di nuovo rock italiano
di Fabrizio Della Porta e Gilberto Maina
A QUALCUNO PIACE CALDO?
Tempo d’estate, dl vacanze. La nuova musica italiana non sembra però fermarsi: le Idee ci sono, sembra che produrre qualcosa in proprio non costi poi molto e così ecco anche questo mese una selezione dl lavori a scapito di parecchle altre cose che hanno dovuto restare sul tavolo di redazione. Dimenticavamo: nelle vostre “cassettine” da vacanze, quelle per la spiaggia, non scordate il “made In Italy”.
La pentola del mese sta ancora bollendo. La misura è talmente colma che si ha paura a sollevare il coperchio. Dentro, nel buio ancora per poco, ci sono due 45 giri di diverso valore, agguerriti però e incompatibili tra loro. Allora, per carità, facciamoli subito uscire di lì seguendo, come regola impone, un ordine del tutto casuale. Fumo e vapore e finalmente il nuovo lavoro di Party Kidz (su Toast) ancora con la vecchia formazione (è di questi giorni l’avvicendamento di Josh, il nuovo chitarrista). Due canzoni abbastanza eterogenee pur ruotando entrambe attorno a quel sound fresco e avvincente e americano del rullante che rimbomba e della chitarra che rimane ritmica anche nelle parti soliste. Gimme your Money è bella e innovativa e presenta, udite udite, connotazioni tipici della musica soul, con doppie voci, sax tenore e il valido apporto di un organo che spesso interviene a mettere ordine in questa vicenda di mainstreets e smaliziati ladri di portafogli. Lasciati Andare, sulla facciata B, è anch’essa di ottima fattura sebbene suoni indubbiamente più familiare e più vicina alle Party-songs cantate in italiano già contenute nell’album di esordio. Lasciamoci andare dunque e scendiamo a valle, giù giù finché non ci troveremo immersi nella grande Padana, bloccati da “acqua, pantano e fango”. I CCCP sono nati qui anche se la loro fama ha ormai mollato gli ormeggi e travalicato i confini, baciata dal sole a cui, come sta scritto sul retro copertina del loro nuovo singolo, “… il popolo padano tutto si vota offrendogli l’anima tramite una musica che è e si definisce solare”. Ma a questi romagnoli non piacevano tanto i freddi marmi dei mausolei, le parate e i costumoni soldateschi? L’idea che questo sia il semplice maquillage estivo del gruppo non convince. Passiamo allora all’ascolto dei brani e vediamo di capire quanto “fedeli alla linea” siano rimasti i tre dopo il cambio di etichetta con approdo alla Virgin. E con un certo stupore che pian piano, mi rendo conto della strana svolta: Oh! Battagliero eGuerra e Pace sono ballate popolari, più suadenti che ruvide, rotonde come un giro di tango, con poca chitarra e tanto liscio. Curioso modo di condurre la battaglia, se di battaglia si tratta. E come se il muezzin, che sapevamo buon urlatore, avesse deciso, indossati i panni di una specie di Enza Sampò, di introdursi con cautela nei ritmi di vita e di divertimento della generazione dei padri. Parla alla mamma e vi fa l’occhiolino sperando di non essere scoperto. Voi, nel mentre, pensate che solo qualche mese fa cantava Spara, Jury, Spara e che lo preferivate così. Gli avevano risposto Lino e i Mistoterital con Stira, Mamma, Stira e, forse involontariamente, avevano fatto centro.
Rimangono quei testi irriverenti che reinventano la realtà guardandola da una diversa prospettiva e che affascinano per quel modo di fare risoluto e lapidario. Rimane indubbiamente quel tipico sapore CCCP ma si è perso l’odore, il puzzo del delitto. Rimarrà il loro pubblico?
TAPE-MANIA
Gli Scremshakers provengono da Pavia, zona molto prolifica di nuovi talenti musicali, ed è circa un anno che calcano le scene; sono in cinque ed il loro suono è caratterizzato da un’impronta marcatamente americana, un rock sanguigno, che si districa con molta naturalezza tra pezzi “tiratissimi” (Faster In My Run e Raise It, incluso quest’ultimo nella compilation curata dal locale Pluto) e ballate tipiche della tradizione rock di stile west-coast (Love & Dust). La vera chicca è comunque Kiss Of ripescaggio di un brano dei Violent Fem mes, nel complesso molto ben riuscito. Un gruppo promettente. Ascoltateli! (Per contatti: Marco 0385/49411).
Da Bologna provengono invece i Sittharta, una band di difficile catalogazione, an che se sono notevoli i legami ad un certo tipo di rock trascinante, che mantiene comunque intatta la carica emotiva e fisica del punk del ’76. Per loro in uscita un brano su una compilation edita dalla Spittle Records e questa cassetta, contenente se brani, che conferma la grande vitalità de gruppo e le principali influenze che pro vengono in primo luogo dai Damned (buona la versione di Drinking About My Baby), per giungere ai più recenti Godh thers, Flesh For Lulu, etc. Tra i brani m sembrano particolarmente interessanti M Come Sarà e Notte. Convincenti. (Per contatti: Gabriele 051/514430).
Si definiscono “terroristi padani”, si sen tono “Malinconico-sfigati-incazzati”, fan no parte di quella sorta di new post demenzialità nazionale che ha tutt’oggi come punto di riferimento il famigerato gruppo “tessile” Lino e i Mistoterital; il loro nome è Fagiani, provengono anch’essi da Bologna, e ci presentano questo demo-tape contenente il loro manifesto ideologico Padan Padana, rappresentazione crepuscolare e passionale di struggenti ed impenetrabili nebbie, per passare successivamente a cantare della diatriba sentimento-odio in Zig-Zag, attraverso l’ecologia (L’Ecologista Carino), per finire con atmosfere albano-sud americane (Kasha e Zapauta). Progetti futuri? Un 7″ e l’abolizione della caccia(!). (Per contatti: Marco 05421 26245).
Ultimo in ordine di apparizione, ma non per questo meno importante, è un ennesimo gruppo di Bologna: i Bohemien Flambè, che ultimamente il concorso (“Indipendenti ’87” ha indicato tra i dieci migliori gruppi italiani, e sicuramente tra i più promettenti. Ma facciamo parlare la loro scheda tecnica: “L’immagine, come la musica, è un guazzabuglio di stili e di citazioni che, vanno dal Medio Oriente al Nord Africa, dalla Francia del fronte popolare alla Parigi degli esistenzialisti, cor una idea del la Francia mutuata da letture, films, canzoni… L’immagine dal vivo dei B.F. può far cadere nell’equivoco di trovarsi di fronte alla ennesima riedizione del “demenziale”; non siamo nel modo più assoluto demenziali, ma tentiamo solamente di sdrammatizzare”.
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