
Continuiamo le celebrazioni con la quarta canzone del
lato A de
“Il Prosciutto è il Cane”. E’ un’altra storiellina sbilenka di
Phil Anka, confezionata su un
telaio musicale di Rodiatoce,
annata ’85. Dentro al brano ci sono svariate tracce delle esistenze-terital di quel periodo, prime fra tutte, la massiccia presenza delle fotocopie. I volantini, il
Calenmario, la Fanzine
“The Fanz” , i “tomi” di cazzate, le tessere del
Fancléb e mettiamo pure un eccetera lungo da qui a
Sulmona, richiedevano una militanza fotostatica che non poteva essere sostenuta solo dalle finanze dei nostri.
Numerose incursioni sotto copertura nel municipio di San Pietro, che ufficialmente non ne era a conoscenza, risolsero buona parte del problema. Altri approvigionamenti strategici avevano a che fare coi relativi luoghi di lavoro dei Teritals… risme e risme di A4 furono immolate alla causa della ridondanza cartacea. I ragazzi della Band più produttrice di ciarpame della storia del rock, ricordando quei tempi, non osano pensare cosa sarebbe successo se ci fossero già stati a disposizioni i computer e le stampanti. Probabilmente li avrebbero rinvenuti morti alla tastiera, completamente disidratati. Internet poi, avrebbe avuto un differente percorso evolutivo.
Nella canzone, appunto, ci sono gli uffici fuori orario lavorativo, la grafica, la pubblicità; poi però c’è anche il sesso e il colpo di fulmine: non tutto doveva essere necessariamente autobiografico…
L’andamento picchiettante, un po’ beatlesiano, nei live-act rendeva il brano adatto a posizioni da metà scaletta. Andò al ballottaggio con un paio di altri pezzi, ma alla fine non venne inclusa in “
Bravi ma Basta“.
Eccovi dunque la versione, unica e ufficiale, tratta dal demotape “
Il Prosciutto è il Cane“, registrato a San Pietro in Casale, alla
Down By Me di
Gianni “Go” Fini dal marzo al maggio 1986.